giovedì 1 maggio 2008

compito 8 prima parte:rapporto professore- studente

Dunque penso che questo compito sarà diviso in 2 parti: la prima Rapporto Studente-Professore; la seconda medico-paziente.
Il rapporto alunno professore è un argomento che viene studiato da secoli, io che ho fatto il Liceo socio-psico-pedagogico, l'ho studiato per 5 anni e qualcosa ho imparato.
La prima cosa che ho dedotto è che possiamo arrovellarci il cervello per cercare metodi per migliorare questo rapporto, che possono essere dette e scritte tante belle teorie, ma solo alcuni professori sono in grado di entrare nella stessa lunghezza d'onda degli studenti, perché ci vogliono doti speciali e capacità eccezionali per catturare l'attenzione degli studenti e queste non possono essere trovate in tutti.
Quali professori prendere? Forse quelli che preferiscono abbandonare il gradino più alto per abbassarsi al pari dello studente, questo serve per arrivare dritto al centro ma si deve fare attenzione perché deve sempre essere mantenuta una certa distanza, avere un rapporto un po' più amichevole non significa comportarsi da amici, poiché questo porterebbe gli studenti ad approfittarsene facendo meno di quanto già facessero prima, con la scusa che il professore capirebbe.
Il problema è che comunque al giorno d'oggi è difficile trovare professori del genere, tralasciando l'esperienze passate, se considero anche solo la mia breve carriera universitaria negli esami sostenuti, a molti professori non importa se è il primo esame che dai, se sei emozionato, se balbetti o ti escono parole un po' strane( o non ti vengono i termini più appropriati ma comunque giusti) perché sei agitato, perché sei una persona no! TU ti devi comportare quasi come una macchina, non devi provare emozioni, non devi avere difetti di pronuncia, non puoi fare neanche un errore, devi essere perfetto neanche un battito di ciglia e questo è impossibile, almeno per me. Con il tempo uno si fa l'esperienza, si fa le spalle e impara, il problema è che tutto ciò va a discapito del tuo comportamento verso gli altri, ma questo lo spiegherò nella seconda parte.
La verità sta nel mezzo, si deve creare quel rapporto di fiducia dove l'insegnante pur essendo rispettato riesce a diventare un punto di riferimento, ma il rispetto non si conquista con le imposizioni, punizioni, severità, critiche e qualche volta offese, deve basarsi sui giusti no e i giusti si, e rispettando allo stesso tempo.
Il professore per eccellenza è colui che ha talmente tanta passione per la propria materia che riesce ad affascinare anche il ragazzo, è colui che mira a formare le teste ben fatte, prima che ben piene, è inutile riempirsi la testa in pochi mesi di tante informazioni, è normale che poi vadano perse, pensate a me di tutto quello che ho studiato per gli esami, cosa pensate che mi ricordi? Statistica non so neanche che cosa sia! Quindi ditemi a cosa è servito? Per passare l'esame, certo ma nella vita di certo non potrà tornarmi utile perché il giorno dopo puff! E' già scordato!
Comunque si deve anche considerare quale tipo di studente il professore si trova davanti, ci sono studenti talmente assetati di sapere che trangugiano di tutto, non serve che il professore catturi la loro attenzione, loro studieranno sempre; poi ci sono gli studenti che puoi provare in tutti i modi possibili ad entrare in contatto con loro ma tanto non ci riuscirai mai; infine ci sono quegli studenti che se sai catturare la loro attenzione con le parole, la gestualità, lo sguardo ti seguono e le spiegazioni rimangono in testa senza volerlo.
Parliamo della partecipazione, molti studenti dicono che se il professore riuscisse in qualche modo a farli partecipare sarebbero più interessati, e più invogliati a studiare....bene ma cosa si intende per PARTECIPARE?
Perché certo in alcune materie è possibile fare un'attività pratica che ti permette di capire meglio, ma ci sono alcune materie dove questo non è possibile, in una materia teorica l'unico modo per participare è che il professore faccia le domande, per riuscire a mantenerti attivo, ma questo non va bene perché lo studente pretende di essere coinvolto però allo stesso tempo non vuole studiare via via, non vuole andare incontro al professore e allora?
Prendiamo ad esempio l'esperienza che ci è stata raccontata dal professor De Bernard sulle sue lezioni fatte a gruppi, se gli studenti il giorno dopo non avevano studiato la loro parte a cosa sarebbero servita tutta questa organizzazione?
Vogliamo che i professori vengano incontro a noi, ma noi studenti in quale modo vogliamo andare incontro ai professori? Pensiamo ai laboratori, anche le lezioni stesse, alla fine sono fatti per aiutare gli studenti, eppure c'è sempre chi tenta di fare il furbino, non rispetta gli orari, si fa mettere le firme quando non c'è, se capita perché hai un problema ci può stare, ma quando questo diventa un vizio è semplicemente mancanza di responsabilità e di maturità.
E' difficile stabilire chi ha torto e chi ha ragione, così come è difficile capire quale professore è più o meno adatto ad insegnare, se si guarda la preparazione chi vuole proporsi all'insegnamento conosce la propria materia, io ho avuto l'esperienza di un professore di filosofia che era preparatissimo, sapeva molto bene la filosofia, il latino, la storia, era una persona molto acculturata eppure non era in grado di trasmettere il suo sapere, non aveva la giusta dialettica, il giusto carattere, ma nessuno lo sapeva eccetto gli studenti che si lamentavano; l'unico metodo per capire se un professore è adatto sarebbe seguire una sua lezione, senza che lui sia consapevole, di conseguenza verrebbero fuori le vere capacità, le vere doti della persona. Ma è un po' difficile da realizzare.
Quindi riguardo a questo argomento penso che sarà impossibile arrivare ad una soluzione, è un dibattito sempre aperto che si spera porti comunque a piccoli miglioramenti.

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